In a famous scene of Euripides’ Heracles Lycus and Amphitryon dispute
over the use of the bow and its dignity as a weapon. The various and contrasting
intepretations of this scene have called upon broader issues (such us the traditional
criticism of the archer as a not-heroic and not-aristocratic weapon). Less frequently,
studies on this scene have dealt with its role in the architecture of the Euripidean
drama. This essay tries to read the Lycus-Amphitryon debate, sometimes considered
as a “foreign body” in the text, from an intradiegetic perspective, in the frame of a
complex interplay between mythological tradition and reality.
In una scena famosa dell’Eracle di Euripide, Anfitrione e il tiranno
Lico disputano sull’uso dell’arco e sulla sua dignità come arma guerriera. La scena
è stata oggetto di numerose e contrastanti interpretazioni, che hanno chiamato in
causa questioni di ampio respiro: in particolare la (presunta) condanna tradizionale
dell’arco, considerato come un’arma “vile” da un punto di vista “eroico” o aristocratico.
Con meno frequenza e precisione il dibattito sull’arco è stato inquadrato in rapporto
alla scrittura drammaturgica dell’Eracle. Si cercherà quindi innanzitutto di definire
i caratteri della disputa, talvolta considerato come un “corpo estraneo” nel contesto
dell’opera, all’interno del complesso gioco tra tradizione mitologica e verità, finzione
e realismo, leggenda e quotidianità delineato da Euripide.